Pensare il Diritto

a cura dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani

mercoledì

19

Giugno 2019

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La Corte Costituzionale chiarisce i limiti del cosiddetto “diritto di autodeterminazione”

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Pubblichiamo dal sito istituzionale della Consulta la sentenza n. 141 del 2019, con cui la Corte Costituzionale ha stabilito l’infondatezza del dubbio di costituzionalità della cosiddetta Legge Merlin (la n. 75 del 1958, che ha regolamentato il fenomeno della prostituzione), in considerazione del fatto che i diritti di libertà nel cui alveo si contestualizza il diritto di autodeterminazione (anche in ambito sessuale) non possono essere svincolati dalla dignità della persona umana al cui sviluppo concreto, e quindi in seno alle relazioni costitutive dell’identità, è destinata la tutela costituzionale nel suo complesso. Con le parole della Consulta, “l’art. 2 Cost. collega, dunque, i diritti inviolabili al valore della persona e al principio di solidarietà. I diritti di libertà sono riconosciuti, cioè, dalla Costituzione in relazione alla tutela e allo sviluppo del valore della persona e tale valore fa riferimento non all’individuo isolato, ma a una persona titolare di diritti e doveri e, come tale, inserita in relazioni sociali. Il costituzionalismo contemporaneo è, del resto, ispirato all’idea che l’ordinamento non deve limitarsi a garantire i diritti costituzionali ma deve adoprarsi per il loro sviluppo. Di qui una concezione dell’individuo come persona cui spetta una ‘libertà di’ e non soltanto una ‘libertà da’”.

pronuncia_141_2019